Pentedattilo
Pentedattilo (cinque dita) il nome di questo borgo richiama infatti la grande rupe che sorge alle sue spalle e che ricorda appunto la forma di una mano protesa verso il cielo.
Pentedattilo
il borgo fantasma
Pentedattilo (cinque dita) il nome di questo borgo richiama infatti la grande rupe che sorge alle sue spalle e che ricorda appunto la forma di una mano protesa verso il cielo. La mano del diavolo viene anche chiamata per le torri che, soprattutto all’alba sembrano dita insanguinate. Un borgo fantasma ricco di mito e leggenda.

La leggenda
Nel borgo vivevano due famiglie nobili in contrasto tra loro: gli Alberti e gli Abenavoli. Il barone Abenavoli si invaghì di Antonietta Alberti, ma la donna era già promessa in sposa al figlio del vicerè di Napoli. Il barone, accecato dalla rabbia, la notte di Pasqua entrò nel castello e uccise tutti, graziò solo Antonietta che fu rapita e portata a Montebello. I due dopo tre giorni si sposarono, ma il matrimonio fu poi annullato dalla Sacra Rota.
La leggenda vuole che quando il vento si infila tra le “dita del diavolo” si sentono ancora le urla e i gemiti delle persone uccise al castello.
Il borgo vuole rinascere
Questo borgo fantasma dista pochi chilometri da Reggio Calabria ed è immerso in uno scenario paesaggistico di particolare fascino e suggestione. Protetto alle spalle dai monti e immerso nella Vallata Sant’Elia tra ulivi, ginestre e fichi d’india a perdita d’occhio.
Il borgo di Pentedattilo diventa disabitato verso fine ‘700 in seguito ad un terremoto, e viene definito inabitabile nel 1971. Oggi con una serie di progetti di valorizzazione il borgo è ritornato vivo.
La passeggiata per le stradine di questo piccolo paese è un’esperienza particolare se si visitano i negozi dei piccoli artigiani locali, ognuno di loro avrà una storia sul paese da raccontare e manufatti particolari da vedere.
Un’esperienza unica è la visita al Castello di Pentidattilo, edificato alle pendici del Monte Calvario, oggi è solo un ammasso di ruderi che dominano l’intero abitato. Nonostante l’aspetto il posto conserva tutto il suo fascino, anche perché intorno alla fortezza ruota la leggenda di Pentedattilo e dei suoi fantasmi.

Passeggiando per il borgo fantasma, avvolto nel suo magico silenzio, si può apprezzare la chiesa parrocchiale dei Santi Corifei Pietro e Paolo, di origine bizantina nella quale è conservata una lapide della famiglia Alberti.
Girando ancora per il borgo non si può non fermarsi all’affresco di San Cristoforo: opera di fine ‘800 realizzato da un artista ignoto. Si trova sotto uno sperone di roccia inclinato, nel punto in cui la leggenda narra che San Cristoforo per proteggere gli abitanti delle case sottostanti, resse il masso con la sua forza.
Per mantenere vivi usi e costumi del luogo è stato creato il Museo delle Tradizioni popolari, mentre il Piccolo Museo del Bergamotto è dedicato all’agrume tipico di questi territori.
Il borgo di Pentedattilo è una delle porte di accesso al Parco Nazionale d’Aspromonte, in particolare a un sentiero di visita molto apprezzato dagli amanti della letteratura: il “Sentiero dell’Inglese”, sulle tracce dello scrittore Edward Lear, tra i protagonisti del Grand Tour in Calabria, parte della rete ufficiale dei “Cammini in Calabria”. “Così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla” scrisse Edward Lear quando visito il luogo e come dargli torto.